Isolamento termico: quale scegliere tra il cappotto termico e l’insufflaggio?

Cappotto termico e l'insufflaggio: quale tecnica scegliere e perchè?

Indice dei contenuti:

Insufflaggio o Cappotto Termico?

  • Quando si possiede o si abita in un immobile che ha bisogno di essere isolato termicamente, ci si trova davanti alla scelta di quale tipo di isolamento convenga impiegare, sia in termini di resa sia in termini di costo. Poco cambia se si intende isolare il perimetro, cioè le pareti, il tetto o la zona del sottotetto: in ogni caso sono due i principali metodi da applicare, che diventano tre se si considera come punto di riferimento l’immobile.
  • Quindi, le tre aree principali da coibentare sono la parte interna, la parte esterna e la zona dell’intercapedine. Per farlo, le tecniche disponibili sono il cappotto termico e l’insufflaggio.
  • Cerchiamo di approfondire meglio il discorso, al fine di fornire una guida utile e pratica su quale tipo scegliere, quali sono i campi di applicazione di ciascuna, quali vantaggi e quali eventuali limiti presentano e se sono previsti per il loro impiego incentivi fiscali ad hoc.

Le 2 principali tecniche di isolamento termico: cappotto termico e Insufflaggio

  • Partiamo subito con un’illustrazione per avere una visione concreta del discorso che stiamo portando avanti.

    Quando si ha a che fare con l’edilizia e con le ristrutturazioni infatti, può risultare difficoltoso immaginare un lavoro prima che questo vanga realizzato.

    Come si vede dalla figura sottostante quindi, le tre aree rappresentano la parte dell’immobile che deve essere isolata.

    I tre tipi di Isolamento:  esterno, con intercapedine e interno.

  • Le due immagini ai lati evidenziano l’isolamento esterno e interno, mentre la figura al centro, leggermente spostata verso il baso, evidenza un isolamento con intercapedine.

tecniche di isolamento termico

Nel primo caso, quindi per isolare le pareti esterne e interne, si usa il cosiddetto ‘cappotto termico’, mentre per l’intercapedine la scelta adeguata è proprio l’insufflaggio termico.

Come si nota nella figura di destra poi, viene evidenziata una parte centrale chiamata ‘ponte termico’. Di cosa si tratti e come agire su esso è un argomento che tratteremo estesamente più avanti.

cappotto termico interno
Cappotto Termico dall'Interno
insufflaggio lana di vetro
Insufflaggio dall'interno

Isolamento con cappotto termico

La prima tecnica citata è quella del cappotto termico, che si utilizza per la parte interna ed esterna.

Anche detta ‘isolamento a cappotto’, questa tecnica prevede in linea di massima di applicare internamente ed esternamente agli immobili degli strati. Possiamo immaginare questi strati come un vero e proprio cappotto (da qui il nome) che consente all’abitazione quindi di essere isolata.

L’isolamento che ne consegue non è solo quello termico, obiettivo principale dell’intervento, ma anche quello acustico. 

  • Questo fa sì che l’abitazione sia fresca d’estate e calda d’inverno con notevole risparmio dal punto di vista energetico.

Isolamento ad insufflaggio

La seconda tecnica, cioè quella ad insufflaggio, viene impiegata per l’isolamento in intercapedine.

Per descrivere questa seconda tecnica in termini di massima (nei paragrafi a seguire approfondiremo ogni singolo aspetto) possiamo immaginare che nelle intercapedini, cioè nelle aree vuote tra una struttura piena e l’altra, venga riversato, quasi sparato (insufflato appunto) il materiale isolante.

insufflaggio appartamento con fibra di cellulosa

Si prevede pertanto di immettere il materiale isolante attraverso degli appositi fori realizzati nella parete interna dell’immobile, di equa distanza gli uni dagli altri e altresì distanziati dal solaio sia del soffitto sia del pavimento.

  • La tecnica è perfetta quindi anche per i sottotetti.

Naturalmente le due tecniche sono diverse e si distinguono per caratteristiche, pro e contro, ed ognuno di questi aspetti va valutato attentamente per prendere la decisione migliore in fase di intervento.

Ecco perché è importante analizzare le due tecniche, cappotto termico e insufflaggio,  in maniera approfondita.

Insufflaggio pareti e sottotetto: quali sono gli step di lavorazione?

 Se volete avere un’ottima prestazione ed un risultato di qualità, è fondamentale richiedere un sopralluogo da parte di un professionista. Egli:

  • Valuterà la necessità e l’effettivo vantaggio che deriverebbe al Vostro immobile dall’intervento di insufflaggio, ovvero farà quella che in gergo è definita “diagnosi energetica”, cioè una valutazione oggettiva dello stato dell’immobile, della sua condizione energetica e , soprattutto, delle sue potenzialità energetiche.
  • Valuterà la possibilità, per il Vostro immobile, di accedere alla detrazione fiscale del 65% o al bonus del 110%, verificando se sussistono le condizioni di legge per ottenerlo, e guidandovi nella pratica.
  • Sceglierà per voi la tecnica migliore ed il materiale isolante più idoneo.
  • Sarà necessario informarsi presso l’Ufficio Tecnico del Vostro Comune sulla pratica edilizia da espletare e presentare (normalmente una Comunicazione Inizio Attività Asseverataa cura di un tecnico della DGR 46 – 11968).
  • Se l’intervento rientra nelle detrazioni del 65% o del bonus 110%,  all’inizio e alla fine dei lavori sarà necessario redigere un Attestato di Certificazione Energetica.
  • Se si ha diritto alle detrazioni fiscali, inoltre, il tecnico incaricato deve provvedere all’invio on-line all’ENEA della pratica, mentre il proprietario dovrà adempiere ai pagamenti tramite appositi bonifici (si ricorda che sono detraibili anche le spese professionali).

Il cappotto termico: tecnica, applicazione pareti interne ed esterne e sottotetto, materiali usati, durata

  • La tecnica: come abbiamo precedentemente accennato, la tecnica del cappotto termico è specificatamente pensata per ottenere un isolamento completo dell’abitazione, sia dal punto di vista termico sia da quello acustico. Inoltre, questa tecnica consente di ottimizzare anche il risparmio energetico prevenendo la dispersione del calore, con beneficio sia per l’ambiente sia in bolletta come costo energetico. Per eseguire questa tecnica, apparentemente semplice ma che, va da sé, richiede l’intervento di una ditta altamente specializzata e autorizzata, è necessari preventivare innanzitutto il tempo necessario e la superficie da isolare.
  • Tempistica: l’isolamento richiederà diversi giorni per applicare i pannelli isolanti che andranno applicati alle pareti, equidistanti ma con piccoli spazi divisori. La tecnica ricorda quella della posa delle mattonelle, perché i pannelli alla fine verranno uniti tramite la schiuma espansa. Successivamente, si potrà procedere con la rasatura e poi con il rivestimento.
  • L’isolamento può essere interno, e allora i pannelli saranno leggermente più sottili di quelli impiegati all’esterno. Si preferisce questa soluzione laddove, per la natura dell’immobile, sia difficile o impraticabile intervenire sulle pareti esterne, oppure quando le tempistiche siano strette, in quanto i tempi di posa sono ridotti. C’è da dire però che il posizionamento di pannelli interni comporta ovviamente e necessariamente il dover sacrificare una piccola superficie all’interno dell’abitazione, che è quella occupata proprio dai pannelli stessi.
  • Se l’isolamento invece è esterno, scelta molto diffusa tra l’altro, l’isolamento che se ne otterrà sarà maggiore, e questo è il motivo per cui questo secondo intervento si preferisce nei condomini o nelle villette singole, dove cioè si può intervenire più agevolmente all’esterno.
  • Questa tecnica è l’ideale per ridurre i cosiddetti ‘ponti termici’. Tuttavia l’isolamento con cappotto termico applicato dall’esterno prevede costi più alti, per via della quantità del materiale impiegato (che sarà maggiore) e per via delle tempistiche (che saranno più lunghe).

I materiali usati nel cappotto termico

Avvaliamoci di un’altra immagine per parlare adesso dei materiali che vengono utilizzati nell’isolamento termico a cappotto.

Essi sono (come si vede nell’illustrazione):

  • poliuretano;
  • polistirene (espanso o estruso, più comunemente detto polistirolo);
  • lana di vetro;
  • lana di roccia;
  • sughero;
  • fibra di legno;
  • legno mineralizzato.
  • Per completezza di descrizione si usano anche l’aero-gel di silice e le nanoresine.
materiali per cappotto termico
Caratteristiche Materiali

Caratteristiche tecniche dei singoli materiali

Nella tabella sottostante possiamo invece vedere alcune caratteristiche tecniche dei singoli materiali.

Prendiamo ad esempio il primo, la lana di legno minerale, per spiegare come interpretare al meglio la tabella stessa.

Nella seconda colonna da sinistra vediamo la densità, cioè il rapporto tra i metri cubi e il peso.

Continuando a destra, possiamo apprezzare la conduttività termica, che sarebbe poi la capacità di quel materiale di trasportare energia sotto forma di calore.

A seguire si parla di capacità termica, che è invece il rapporto che ha quel materiale con l’ambiente al quale cede energia con la variazione di temperatura che ne consegue. 

 

Tabella materiali cappotto termico
Tabella Materiali

Quanto dura il cappotto termico?

Ecco infine una domanda che è lecito, anzi fondamentale porsi: quanto dura il cappotto termico?

La risposta è importante ai fini della scelta su quale intervento eseguire. Naturalmente la risposta va commisurata alla perizia con cui è stato svolto il lavoro.

Tuttavia, rifacendosi alle linee guida ufficiali EOTA,  i tempi di durata di un cappotto termico accuratamente posato possono arrivare anche a 50 anni.

 

criteri ambientali minimi
Criteri Ambientali
Eota
Linee Guida EOTA

L’insufflaggio: tecnica, applicazione intercapedini e sottotetto, materiali usati e durata 

Passiamo adesso a descrivere le medesime caratteristiche appena menzionate relativamente alla tecnica dell’insufflaggio. Si tratta dell’altra tecnica usata per isolare termicamente (e anche in questo caso acusticamente) un immobile in maniera rapida e anche economica.

I materiali usati per l’Insufflaggio 

Anche in questo caso diamo uno sguardo ai materiali impiegati nell’insufflaggio.

La premessa importante da fare è che questi abbiano delle caratteristiche ben specifiche, tra cui;

  • essere coibentanti;
  • avere una determinata resa in funzione del fabbricato da isolare;
  • essere funzionali al lavoro.

In particolare, tra i materiali migliori per l’Insufflaggio  si trovano la fibra di cellulosa e la lana di vetro, che si apprezza particolarmente.

Anche la tecnica dell’insufflaggio, come vedremo in seguito, si rivela molto utile per bloccare i ponti termici, causa di dispersione del calore e quindi di costi più salati in bolletta, oltre che del fastidioso fenomeno della condensa. Per maggiori dettagli sui materiali si può fare riferimento alla tabella di prima.

 

Quanto dura l’Insufflaggio?

Infine, anche per l’insufflaggio termico si può fornire una durata di massima, sempre partendo dal  presupposto che la messa in opera sia stata adeguata. Se si considera che molti degli edifici costruiti begli anni ’60 e ’70 sono stati realizzati con questa tecnica, si capisce come la durata possa arrivare anche a diversi decenni.

Cerchiamo adesso di riassumere, in modo chiaro e sintetico, pro e contro delle due tecniche. Lo facciamo con delle tabelle comparative.

Il cappotto  termico: pro e contro

Vantaggi del cappotto termico

Svantaggi del cappotto termico

Elimina i ponti termici 

Si può usare solo su abitazioni o unità singole

È eco compatibile perché riduce le immissioni inquinanti

Il costo è più elevato per via della tempistica e della superficie da isolare, oltre che per i materiali da usare (come i ponteggi)

Riduce l’umidità e la condensa 

Non è modificabile causa rischio di creare punti di frattura nel cappotto

Mantiene costante la temperatura interna

Riduce il volume delle stanze perché il cappotto si sovrappone alla parete

Consente di risparmiare sull’uso di impianti di condizionamento dell’aria

In alcuni punti è di difficile applicazione, come in cucina

L’insufflaggio termico: pro e contro

 

Vantaggi dell’insufflaggio termico

Svantaggi dell’insufflaggio termico

Si distribuisce perfettamente nelle cavità

È limitato agli immobili che hanno intercapedini

È eco compatibile perché permette di ridurre le immissioni di Co2 e impiega materiali sostenibili come la lana di vetro e la fibra di cellulosa

Se non eseguita perfettamente può aumentare o anche creare il fenomeno dei ponti termici

Riduce la condensa e l’umidità

 

Assorbe i rumori ed è un eccellente isolante acustico

 

È una tecnica veloce e quindi pratica ed economica

 

Si impiega sia in ristrutturazione che in immobili finiti

 

Ponti termici: cosa sono 

Avendo parlato tanto dei ponti termici, vediamo di approfondire meglio il discorso, spiegando cosa sono, quali problemi possono creare e come risolverli.

Ponti termici: definizione

Tecnicamente, un ponte termico è un punto nell’immobile in cui passano dei flussi termici più velocemente che in altri punti (si potrebbero quasi visualizzare come delle correnti).

In questi punti si notano quindi degli scambi termici, cioè di calore, più intensi.

Come si può intuire, questa situazione può creare problemi strutturali e abitativi: in inverno infatti il calore viene disperso verso l’esterno, con raffreddamento dei locali interni e quindi maggior consumo in termini di riscaldamento. D’estate avviene il contrario, quando il calore entra nell’abitazione richiedendo un raffrescamento più intenso.

Non da ultimo, il problema del ponte termico, proprio per via dell’abbassamento della temperatura interna dovuto alla dispersione del calore, è quello della creazione di condensa e muffe.

Se il problema non viene affrontato, può cronicizzarsi, con la creazione di quelli che si chiamano ‘punti freddi’ nella casa, visibili maggiormente in prossimità di balconi, travi, finestre.

Il risultato sarà, oltre ai danni suddetti, quello della compromissione dei materiali usati per la costruzione dello stabile, che con il passare degli anni andranno incontro a degradazione e usura.

Infine, va considerato che la muffa, immettendo batteri e patogeni nell’aria, rappresenta anche un serio problema di salute.

Ponti termici: come evitarli o eliminarli e possibili soluzioni

Come si può risolvere questo problema?

Innanzitutto con quello che si chiama ‘calcolo ponti termici lineari’. Per spiegare il concetto rifacciamoci ad un’altra utile immagine.

Ponti Termici

Con questa definizione ci si riferisce ai ponti termici che interessano:

  • travi;
  • pilastri;
  • cordoli;
  • davanzali;
  • distanziatori nelle vetrate.

Cioè, nella pratica, a quel rapporto che si ottiene tra l’aumento del flusso termico e il prodotto tra la lunghezza del ponte e lo sbalzo di temperatura tra gli ambienti che sono divisi dalla struttura in oggetto (ad esempio il pilastro).

Il secondo passo è quello di identificare accuratamente la tipologia di ponte termico, anche perché da questo deriva la normativa applicabile.

Abbiamo quindi:

  • i ponti termici definibili attraverso la forma: si tratta degli angoli, o le terrazze, o le mensole, insomma di tutto quello che ‘esce’ internamente o esternamente da una struttura lineare;
  • i ponti termici detti ‘costruttivo/esecutivi’, che derivano da errori di costruzione. Si creano ad esempio quando si progettano e poi si posano erroneamente le canne fumarie o gli impianti idrici;
  • infine i ponti termici detti ‘costruttivo/strutturali’, che si riferiscono quindi alla struttura stessa, e riguardano le travi o i pilastri, o ancora il cemento o il calcestruzzo impiegato.

 

  • Il modo migliore per verificare la presenza dei ponti termici è quello di effettuare una verifica termografica a infrarossi. Nell’apparecchio si visualizzeranno aree più luminescenti e si potrà anche determinare la temperatura locale.

 

Materiali usati per il cappotto termico: tabella con materiali sfusi e prezzi

Riprendiamo il discorso sui materiali per cominciare a fare stime concrete sui costi.

Nella sottostante tabella si potranno apprezzare i prezzi relativi ai materiali al metro quadro relativi agli interventi con cappotto termico.

Materiale

Prezzo al m/q di massima

Poliuretano

55,00 €/mq

Polistirolo

55,00-60,00 €/mq

Lana di roccia

70,00 €/mq

Fibra di vetro

70,00 €/mq

Aerogel di silice

100,00 €/mq

 

Materiali usati per l’insufflaggio: tabella con materiali sfusi e prezzi

In questo caso naturalmente, essendo il materiale un mezzo che va a riempire uno spazio vuoto, il calcolo si effettua al metro cubo.

Materiale

Prezzo al m/3 di massima

Argilla espansa

100,00 €/m3

Fibra di cellulosa in fiocchi

170,00 €/m3

Fibra di legno

170,00 €/m3

Lana di vetro

140,00 €/m3

Lana di roccia

150,00 €/m3

Schiuma poliuretanica

300,00 €/m3

Polistirene espanso in perle

65,00 €/m3

Sughero in grani

320,00 €/m3

Vetro cellulare in grani

650,00 €/m3

 

Quanto costa isolare casa: conviene scegliere il cappotto termico o l’insufflaggio?

Quindi, a conti fatti, quanto costa isolare una casa?

La domanda pertanto sarà, una volta considerate le caratteristiche dell’immobile e l’effettiva fattibilità dei due interventi, quale dei due convenga. Si deve partire come prima cosa dalla fattibilità come abbiamo detto. Se entrambe le tecniche sono realizzabili sull’immobile in questione, si deve passare al fattore tempistica.

  • L’insufflaggio richiede poco tempo, anche solo una giornata, per essere eseguito. E si rivela più ‘green’ soprattutto se si usano materiali come la cellulosa.
  • Il cappotto termico invece prevede tempi e costi più lunghi, perché ad esempio la ditta dovrà operare su ponteggi per isolare le facciate, e i materiali naturalmente saranno di più (con costi più elevati).

Isolamento termico: bonus e detrazioni

Concludiamo questa guida parlando del cosiddetto ‘Superbonus 110%’.

Si tratta di un importante incentivo inserito nel recente decreto legge ‘Rilancio’, licenziato nel maggio del 2020. La finalità di questo bonus è quella di permettere la riqualificazione degli immobili, agevolando tutti i proprietari e gli inquilini che non avrebbero la possibilità di sostenere le spese. Si può infatti agire sia con sgravio fiscale nelle dichiarazioni dei redditi con rimborsi rateali, sia con la formula ‘costo zero’.

Il Superbonus a sua volta poi prevede due tipologie ‘macro’ di interventi, e cioè quelle:

  • energetiche;
  • sismiche.

Come si intuisce dal nome, il bonus permette di ottenere (o meglio di riavere) quanto investito più il 10%.

Facendo un esempio pratico quindi, qualora si affronti una spesa di ristrutturazione di 10.000,00€, si potrà avere una detrazione fiscale pari all’intero importo più 1.000,00€ sotto forma di quote per 5 anni.

  • È fondamentale in tal senso rivolgersi a una ditta certificata che possa verificare i requisiti e condurre i lavori nel modo consono alla richiesta di sgravio fiscale.

Tra i parametri più stringenti vi sono in primis i lavori ammessi. Si parla infatti di:

  • lavori trainanti: tutti quegli interventi finalizzati all’isolamento termico, in strutture plurifamiliari o unifamiliari. Si possono ad esempio sostituire gli impianti termici a patto però che le strutture siano ‘funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno‘.
  • Gli interventi descritti in questa guida rientrano entrambi nel Superbonus, a patto che aumentino l’efficienza dell’immobile di almeno due classi.

Quali sono i documenti che non dovranno mai mancare per la richiesta di accesso al Superbonus?

  • l’asseverazione del tecnico certificato che attesti come l’intervento da eseguire rientri tra quelli ammessi;
  • una relazione tecnica anche in copia che rispetti il decreto legge 192 del 2005 e in particolare dell’articolo 8 comma 1.
  • l’APE, cioè l’attestato di prestazione energetica sull’immobile interessato;
  • la documentazione, in tal caso originale, inviata all’ENEA con la firma;
  • ogni scheda tecnica utile di materiali e componenti da usare.

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